E’ l’operazione che produce la fuoriuscita
del mosto dagli acini d’uva. Fino a poco tempo fa
era molto usata la pigiatura eseguita con la pressione dei piedi,
questa lavorazione, oggi , viene eseguita a macchina e prende
il nome di ammostatura. Dal punto di
vista tecnico il pigiare l’uva con i piedi è perfetto in quanto la
pressione del piede dell’uomo è in grado di fare uscire dall’acino
tutto ciò che ci interessa senza rompere i vinaccioli e senza
schiacciare i raspi.
L’ammostatura
meccanica è effettuata mediante apparecchi che prendono il nome di
pigiatrici.
Queste pigiatrici si dividono in:
semplici,
che sono quelle che effettuano il solo lavoro di ammostatura
composte,
che si suddividono ulteriormente in due tipi:
pigiadiraspatrici, cioè pigiano e tolgono
i raspi. E' la macchina raffigurata nell'immagine; l'uva viene
introdotta nell'imbuto in alto (1)
, subisce la diraspatura nel rullo centrale
(2), viene poi pigiata per ottenere il mosto
(3) ed infine la pompa in basso
(4) consente di trasferire il
mosto nei tini per le lavorazioni successive.
torchi continui, effettuano sia il
lavoro di ammostatura sia quello di torchiatura delle vinacce,
l'insieme dei raspi delle bucce e dei vinaccioli.
La pigiatura dà inizio al processo di
fermentazione del mosto che avviene per opera di microrganismi
(fermenti) contenuti nel mosto stesso.
Louis Pasteur dimostrò che questi microrganismi sono presenti soltanto
nell’uva matura, mentre sono completamente assenti in quella acerba.
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