Con
questa lavorazione l’uva appena pigiata viene messa nei tini di
fermentazione dove verrà operata la solfitazione spolverando
uniformemente sulle uve del metabisolfito potassico
o del solfito di calcio,
seguita poi dalla
fermentazione. I tini di fermentazione non vanno riempiti
completamente in quanto occorre tenere conto dell’aumento di volume
del mosto fermentato.
La presenza delle vinacce, anche prive
dei raspi, produce nei mosti una fermentazione più attiva e più
rapida in quanto le parti solide sono apportatrici di ossigeno che
facilita la moltiplicazione dei lieviti.
Dopo la prima fase di fermentazione si effettua
la svinatura seguita da una sfecciatura e quindi dall’eliminazione
delle sostanze indesiderate.
La fermentazione in rosso delle uve ammostate
si può effettuare in tini aperti ed in tini chiusi.
Nei tini aperti è necessario provvedere almeno due volte al giorno
alle follature che
consistono nel rompere il denso cappello di vinacce emerso per effetto
della fermentazione, ossigenando così il mosto in modo da regolarne
la temperatura e la fermentazione stessa.
Nei tini chiusi per ossigenare il mosto si usano delle pompe che
prelevano il liquido dalla parte inferiore del tino e lo riportano
sulla parte superiore. Questa lavorazione prende il nome di
rimontaggio. |